lunedì, gennaio 31

cure_

Che ti ingoierei tre volte al giorno, a stomaco vuoto.

domenica, gennaio 30

lividi.

(...) e le tue carezze mi hanno lasciato i lividi sul collo.

zeroOdieci

Voglio farmi tatuare "Dentro i miei vuoti"
che c'hai il cuore dentro un guanto di lattice nero
e siamo un ago a pressione che non ha vie di mezzo
che o siamo Zero o siamo Dieci.




Lettera a G. Quella vera.

La vera Storia Di Herny Bahus

Ciò che gli dava più pena era se stesso. La sua statuaria vanità, la sua gelida
staticità, il suo non piegarsi, il suo non cambiare, la sua splendida falsità,
lo divorava, lo appesantiva. Me ne accorgevo specialmente la mattina. La mattina
si notava di più quella maschera, perché mentre la mattina non si è ancora
compromessi, mentre sono tutti più storditi e indifesi, herny bahus era già
divorato da se stesso, angelicamente sbronzo, ed era notevolmente più furbo ed
attento degli altri, e quella maschera con la quale gli altri si apprestavano a
coprirsi, presi dalla loro calda solitudine, herny bahus non se la era mai
tolta, ed era un fulmine, ed era già un vecchio, perché dell’ingenuità giovanile
aveva ucciso la semplicità. E credo che la sua diabolica senilità lo lacerasse
nel profondo, nel profondo, l’herny bahus che non era mai esistito piangeva
gocce di limone.
Ed era in effetti uno dei ragazzi con più esperienza che abbia mai conosciuto, e
capisco perché, in definitiva si sentisse così stanco. Herny bahus era morto
quell’inverno, per non più rinascere, forse si era deciso di concludere quella
sua adolescenza di cemento così, senza ascoltarsi, lasciandosi sopraffare da ciò
che avrebbe potuto mostrare di bello, da ciò che gli conveniva mostrare per non
avere dolore dal profondo, da ciò che tendenzialmente era sempre apparso, ma che
splendidamente sapeva non essere. Forse il suo cervello, il suo fegato ed il suo
cuore erano convinti che si sarebbe potuto sopravvivere pacificamente in questo
modo; fino a quando? Fino alla fine della scuola forse, fino all’inizio di un
lavoro da accettare e apprezzare con riverenza, fino a quando l’herny bahus che
sarebbe dovuto nascere prima o poi avesse rinunciato a manifestarsi, e tutto
sarebbe stato più uniforme. Perché in definitiva tutti prima o poi moriamo, per
poi non alzarci più. E mi piace dire che herny bahus quell’inverno aveva chiuso
troppo presto i suoi 16 anni, e gli rimanevano ancora troppi mesi per rialzarsi,
ed almeno a quanto ci lasciasse intendere trovava più comodo non rialzarsi e
farsi trasportare, e vivere come una pianta al vento, come in un film di una
pianta al vento, perché anestetizzato. Non che fosse impossibile a lui cambiare,
ma in quei primi mesi del 2001 credevo che nulla e poi nulla fosse in grado di
colpirlo, di ferirlo, di scaldarlo; e ripensando l’herny bahus che mi piace
immaginare non era mai esistito, ed in tutta la sua vita è esistito per poche
settimane, perché posso bene insistere, l’herny bahus di quell’inverno era solo
l’evoluzione estremista di un sedicenne perso, e allora come ora herny bahus
era lontanissimo da se stesso.
Ma càzzo almeno nel ghiaccio di dicembre herny correva, era un gigante, era
operoso, perché mai come in quei mesi di pioggia il mondo aveva avuto tante
visite da herny bahus. Ed il mondo correva, ed herny non più, ed era una vita
che h. b. si era ormai scoperto caldo nel suo fiato adolescenziale. Insomma
herny bahus non usciva più di casa, e pomeriggi che si piegavano in parti
uguali su se stessi volavano come coriandoli, e settimane rincorrevano
settimane, ed herny si inseriva a fatica tra una domenica ed un lunedì, e
l’inverno era volato come un brivido, e con esso si era chiuso un herny bahus, e
se ne era presentato un altro di sola presenza, e questo sembrava bastargli
quasi a sufficienza, per chiudere, terribilmente stanco di quel riposo, si
avvicinava a marzo. punto.

giovedì, gennaio 27

dimenticanze.

E guardandoti oggi
ho pensato che di te posso scordare tutto
tutti i tuoi gesti e i tuoi sorrisi e le tue parole e il tuo corpo,la notte, custode del mio
ma non i terremoti nello stomaco
e gli arcobaleni fra le palpebre
di quando le nostre labbra inventavano legami chimici fatti di nuvole d'organza e profumo di caffè.

Ed è bello sorriderci




adesso.


Aggiornamento del ??/??/????:

Scherzavo.

prendoamorsilapioggia.

Vorrei farmi amare dalle tue dita

fra sospiri liturgici urlare preghiere lussureggianti

mentre il tuo sguardo famelico celebra l'esaltazione dei sensi.

mercoledì, gennaio 26

Quelloche_èinutilespiegarloconparole.

Che a pensarmi fra un anno e non vederti fra le mie pareti è un amo che mi tira un lembo di cuore.

Avrei bisogno di tutti i tuoi “Per esempio,no..” per riuscire a spiegare ciò che la tua presenza, nella mia giornata, sia portatrice di pienezza.

Cristo quanto sto scrivendo complicato, lo so quanto lo odi.

quindiinizioascriverecomequandociscriviamoconlepenneadinchiostrodinuvole

e vorrei averti dato tutti gli abbracci del mondo prima ancora che tu me li chiedessi

e vorrei dirti che ti voglio bene e che sei bellissimo prima ancora che tu ne dubiti

e vorrei cucirti il cielo addosso e fotografarti fra le margherite che di stoffa ce n’è abbastanza ma di fiori..oh, quelli appassiscono in fretta come le nostre risate a(v)volte.

Che ho comprato una tavoletta di acquerelli e ti vedo in ogni cerchietto colorato

che vorrei essere solo piedi e sporcarmi tutta di colore per danzare poi su di un lenzuolo ubriaca e congelarti fra intrecci di cotone bianco.

Spilla

Che c’è il tuo sorriso che è come una spilla puntata sul petto.

[e sanguino.]

RaDio_graphia

Fatemi una Tac al cuore

e ditemi che i punti di sutura sono così colorati e sgargianti

che quasi quasi tutti quegli sfregi sul cuore son serviti a qualcosa

che quasi quasi è diventato un quadro così bello

da appenderlo al Musée D’Orsay affianco a quelli di Renoir.

domenica, gennaio 23

Mia Figlia.

Oggi ho deciso che mia figlia si chiamerà Panna

Panna perchè è dolce e bianchissima che il solo nome ti fa sentire le nuvole masticate fra i denti e poi perchè Susanna è Tutta Panna quindi mia figlia dovrà essere per forza Panna Tutta Susanna.

Eppoi Eva.

Perchè dovrà essere la prima Donna sulla terrae perchè sarà la Regina dei frutti proibiti e perchè sarà la Dea dei Peccati

Originali.

cocorosie.

Chemincantaleossa.

sabato, gennaio 22

altrimenti si cade.

E m'appendo alla luna con un braccio che altrimenti qui si cade
e da qui vedo mille migliaia di luci-formiche
che alcuni preferiscono chiamarle lucciole
e la verità è che la voglia di lasciarsi cadere è tanta,
che quell'abisso là in fondo non sembra poi così male
che in verità diciamocelo:
un tuffo nel buio,
è un pò come un tuffo nell'anima che ti fa bagnare
fra le gambe.

venerdì, gennaio 21

Casandracchio in : CLAVULIN

Sopracciglia.

Oggi mi sono fissata a guardare le sopracciglia di chiunque.

C’era una ragazza sulla metro che al posto di una forma a ga

bbiano sembra c’avesse due falchi.

Aveva degli occhi così grandi e cerbiatti che quasi mi dispiaceva che si era fatta quelle sopracciglia incazzate. Stonavano proprio. L’avrei sbattuta sulla parete e con un pennarello nero gliele avrei ridisegnate più dolci.

…Aveva degli occhi così grandi e cerbiatti…

***

Mi sono comprata un paraiorecchie pelosissimo grigio che mi ricorda tanto due cricetini appallottolati dal sonno appartenuti ad un’amichetta d’infanzia e mi tengono caldissime le mie orecchie malate che stanotte non mi facevano poggiare la testa su di un lato che dovevo dormire tipo un cadavere in una bara e stavo scomodissima e mi ha fatto pensare che devo lasciare detto a qualcuno che quando muoio, se proprio non riescono a farmi cremare, voglio che mi mettano in una posizione più comoda, tipo col ginocchio piegato comeL’Appeso dei tarocchi e con un braccio poggiato sopra le palpebre come se mi stessi coprendo dal sole su di un lettino d’estate.



E c’è V, L’Estetismo fatta a persona , V, Vincent Gray che si è comprato un cardigan verde bottiglia che

sulla sua pelle liscissima e olivastra sta da dio, che davanti agli specchi si provava tutti i cappelli del mondo e davv

ero rimarrei ore solo a guardarlo e davvero se potessi scegliere cosa fare di tutte le ore della mia vita direi indubbiamente che vorrei usarle per guardarlo danzare, perchè lui quando cammina e quando piange e quando cucina e quando pulisce sembra sempre che danzi leggerissimo, perchè quando lui cammina per strada sembra che il cemento si apre e tutti gli occhi sono affamati dei suoi riccioli e c’è chi si strapperebbe la carne solo per un suo sguardo perchè lui c’ha di quei sguardi che ti guardano dentro, più dentro delle ossa , e ti senti nudo e abbracciato e ti senti neve al centro dell’inferno e c’ha di quelle sopracciglia nerissime e regolari che ti masturbano le pupille.










E c’era Vans, che su di lei la frase “Angelo Caduto Dal Cielo” ci calza fottutamente a pennello che c’ha due occhi verdi che brillano più degli smeraldi e le ciglia lunghissime come Trilly e i capelli corti e biondissimi che sembrano fatti di seta dorata e c’ha un collo lunghissimo e due fossette sulla guance così dolci

che gliele vorresti violentare carnalmente e c’ha due poli che sono fottutamente sempre positivi e la sua figura sembra sempre che luccica che quando entra dentro una stanza tocca mettersi gli occhiali da sole o coprirsi con il braccio le palpebre e il cuore guardandola ti si fa gelato al cioccolato con panna che piano piano inizia a gocciolare e vorresti supplicarle di leccartelo fino a che non lo ingoi del tutto.








E il mondo si volta al loro passaggio e tutti bisbigliano stupefatti

ed io

ed io mi sento Stendhal che è riuscito a superare la sua sindrome rimanendo i piedi, al loro fianco, a guardarli brillare col cuore che bolle come acqua a centogradicentigradi.

giovedì, gennaio 20

Appìccicati.


E' che ci sono:
- ben quattro strati d'epidermide
-grasso(tanto)
-uno spesso strato di muscoli intrecciati
-una fottutissima gabbia toracica
moltiplicato il tutto per due

che ci tengono i cuori troppo distanti
che mi dici "Attàccati"
ed io ti rispondo
"Uff,anche cosi siamo troppo lontani."


mercoledì, gennaio 12

Cerbiatta Rivoltosa parte ultima.

..e il labirinto d'inchiostro,
fra le sue acque,
non è che intreccio di arterie...




...e che fra le sue onde,
come battiti
"Tu RIMANI mentre tutto si allontana."

Cerbiatta Rivoltosa parte due.

Scoprendo che l'Abisso
divorandomi
come acido le catene corrode.

Cerbiatta Rivoltosa parte uno.

Vorrei volare lontano ma c'ho qualcosa come un labirinto di inchiostro velenosissimo e pieno d'amore che mi tiene legate le gambe
e c'ho tutt'intorno una gabbia fatta di plastica blu crepuscolo che mi stringe alla gola.
Non potendo dunque toccare il cielo,

io
scelgo
l'Abisso.

Dansant sur la tour Effeil..

C'ho il sapore di biscotti in bocca,
mentre il mio dolcetto ipocalorico preferito
si stiracchia fra le coperte dei nostri divani viola e rosa.
Sento l'acqua del lavandino del cesso che scorre imperterrito
che sembra piscio di donna dopo 4 ore di autobus pescara-roma no stop imbottigliato nel traffico.
Mi sono svegliata con liquido ematico fra le gambe e aspetto come un collo nudo sulla ghigliottina
il dolore che dalle ovaie avanza.
Domattina volerò fra le nuvole,
non ci saranno vetri su cui disegnare alberi e fiorellini giganti, ma solo plastica su cui sbadigliare
e il mio quaderno da uccidere a colpi di inchiostro e il mio lettore Mp3 condiviso fra tue trombe di Eustachio
e la mia mano a far l'amore con la tua in alta quota.

sabato, gennaio 8

indi(e)-gestione

ho una specie di orgasmo post atomico poichè sto ascoltando il nuovo singolo dei Massive con la reginadeicapellicotonatimoltorockanniottantalikeavirgintouchfortheveryfirsttime.
MassiveMadonnaAttack.
C'ho il sesso che mi entra ed esce dalle orecchie penetrandole.

Ho passato capodanno in pigiama con lo smalto grigio scrostato messo il ventiseidicembre dalla sorellina di una mia amica in un bar del centro.
Avevo anche pensato di fare qualcosa di simbolico
tipo cancellarlo a mezzanotte con 10millilitri di acetone
ma i due bicchieri di vino rosso da 15gradi hanno preso il sopravvento e mi sono ritrovata davanti ad una webcam a registrare video improbabili d'auguri con il mio Adamo sobrio che di cose belle ne sa dire tante,
di quelle che ti sembra di ficcarti la neve in bocca in un giorno di Aprile in una città di mare.

Parigi sta arrivando,
ho già il sapore delle crepes in bocca
ho fatto indigestione di caramelle e torroncini.