Quest'ombra addosso che mi abbraccia teneramente soffocante.Il sole può baciarmi e concedermi amplessi lucenti,
ma non posso permettermi di guardarlo negli occhi poichè accecante.
(Ain't No Sunshine when he's gone)
Cammini su strade già studiate,nuove e ignote solo un anno fa.
Già puzzano di marcio.
Bramosa e affamata di nuovi asfalti,sei qui che scalpiti ormai incatenata.
E' così che va,t' illudi di riuscire a volar via da una gabbietta,
quando poi non fai altro che rinchiuderti dentro una nuova.
In fondo è proprio quello che odiamo quello che poi andremo a cercare,
perchè la verità è che senza gabbia,a cielo aperto e senza orizzonte,ci caghiamo addosso.
Mi domando se l'unica cosa capace di non farmi sentire il rumore vuoto della realtà (Aurora Sogna.)
sia quella di fuggire,sia la via dell'altrove,sia il ricominciare ad arredare ogni volta una prigione nuova.
Fuggire per sentirsi vivo.
Sarà questo il segreto?
Già ascolto i bisbigli di folla riguardo vigliaccherie insane e immatura responsabilità.
Ma cazzo,io ribadisco che se c'è una cosa che è immorale è la moralità(oltre che alla banalità,mio caro maestro Agnelli).
Perchè la piccola Misty in un giorno di sole,inventava nuvole seduta al tavolo della cucina assieme al fratello maggiore.
Parlavano di furgoncini wolkswagen riverniciati color arcobaleno,dei primi tre mesi in irlanda dove lui era sicuro ci fosse la ragazza con i boccoli rossi e le lentiggini in viso che lo aspettava da sempre.
Parlavano di lavori umili e di brevi contratti a tempo determinato che avrebbero pagato solo il prossimo pieno di benza
e via cosi
cittadini del mondo, viandanti erranti con occhi da riempire e anima da masturbare
in cerca di orgasmi sublimi,al livello di gambe tremanti,di energia esangue e di occhi vitrei fissanti soffitti di cielo indifferenti.
Si aspettavano i suoi vent'anni serenamente,senza immaginare che quel fottuto bastardo decidesse di diventare direttamente nuvola senza passare dal purgatorio ben sei anni prima.
Misty che promette di vivere per due.
Mistysolitudineinperfettostilepoesiadecadenteottocentesca disegna mostri alati seduta al tavolo della cucina,ormai sola.
In mente nuvole,in mano nessun coraggio di inventarle di nuovo.